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9 agosto: convertito in legge il Decreto Fare

Parlamento - AulaAgosto 2013

Con  319 voti favorevoli e 110 contrari (2 astenuti), il decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (cd. "Decreto Fare"), è stato convertito in legge (con modifiche) dal Parlamento. Atteso dunque a breve (30 giorni dalla pubblicazione in G.U. della legge di conversione) il ritorno dell'obbligatorietà della mediazione civile e commerciale.

 

 

Convertito con modifiche il Decreto Fare che, tra i vari provvedimenti contemplati, prevede il ripristino dell'obbligatorietà della mediazione eliminata pochi mesi orsono dalla Corte Costituzionale con una pronuncia di illegittimità, per eccesso di delega legislativa, del decreto legislativo 28/2010 nella parte in cui prevedeva il carattere obbligatorio della mediazione in determinate materie (sentenza n. 272 del 24 ottobre scorso, pubblicata in GU n. 49 del 12/12/2012).

Rispetto alle disposizioni del Decreto Fare, il Parlamento ha apportato, nei passaggi fra le camere, alcune modifiche. Tra queste, proprio con riguardo all'obbligatorietà, significativa la previsione di una sua efficacia temporalmente limitata ai quattro anni successivi alla data di entrata in vigore del provvedimento.

Su questo aspetto, come su altri sempre in tema di mediazione, evidentemente l'organo legislativo ha voluto dar seguito in certa parte alle forti resistenze rappresentate dall'avvocatura rispetto alla disciplina introdotta nel 2010. Nonostante le perplessità destate da alcune delle modifiche apportate, è senz'altro positivo il fatto che comunque l'obbligatorietà sia stata reintrodotta.

Il breve periodo di concreta esecuzione del decreto 28/2010 nella parte in cui prevedeva l'obbligatorietà non si può, infatti, ritenere sufficiente per affermarne l'inutilità al fine di diffondere la conoscenza della mediazione e metterne alla prova le potenzialità (specialmente se si considera che il grave ostracismo praticato da molta classe forense ha evidentemente ostacolato una seria  sperimentazione dello strumento). Anzi, grazie agli interventi di aggiustamento che il decreto 28 ebbe a subire nel corso del 2011, si stavano registrando segnali di miglior funzionamento dello strumento con una maggiore adesione alle procedure da parte dei soggetti invitati. Probabilmente proprio a questi segnali deve attribuirsi la volontà ferma (e inaspettata) del Governo di reintrodurre l'obbligatorietà.

 

 

Redazione: dott.ssa Giulia Poli, Responsabile Formazione-Comunicazione Curia Mercatorum